Come Trattare il Capolavoro di Dio
Ho letto che nei musei, i dipinti più preziosi sono collegati a reti wireless in grado di inviare un allarme istantaneo se qualcuno tenta di rimuoverli dalla parete o anche solo di toccarli. Un piccolo sensore sulla cornice invia regolarmente dati ai monitor, come la temperatura e l’umidità della sala.
Ho anche letto che oggi nel mondo esistono circa 600 autentici violini Stradivari. Molti non vengono mai usati per paura che vengano rubati. Sono custoditi in caveau e casseforti, assicurati per somme altissime e ben protetti.
Se il mondo si adopera tanto per proteggere oggetti temporanei, con quanta più cura dovremmo prenderci cura delle persone—i capolavori eterni della creazione di Dio?
Ecco esattamente ciò che Paolo affronta quando torniamo a Romani 14. Al versetto 20 scrive:
“Non distruggere, per un cibo, l’opera di Dio.”
Le questioni discutibili—le zone grigie di cui ha parlato finora—non sono neppure lontanamente importanti quanto i credenti, che Paolo descrive come l’opera di Dio. Tu sei la tela di Dio, il Suo capolavoro. E ti assicuro che lo sforzo che Antonio Stradivari mise nei suoi celebri violini non è nulla in confronto allo sforzo che Dio sta mettendo nella tua vita.
Paolo ci offre tre modi per proteggere i nostri fratelli e sorelle in Cristo, i capolavori di Dio.
Primo: tratta gli altri credenti con uno spirito di rinuncia.
Potresti chiederti: Cosa devo rinunciare? Paolo risponde al versetto 19:
“Cerchiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace.”
Paolo ci invita a impegnarci per qualunque cosa favorisca la pace tra i credenti. Questo significa essere disposti a rinunciare a qualcosa, se necessario, per promuovere l’armonia. Ovviamente, non si tratta di rinunciare alla verità dottrinale o alla purezza morale. Paolo parla sempre in riferimento alle zone grigie—questioni non essenziali. Il suo invito è a non discutere o dividere, ma a cercare l’unità.
Questo può persino significare rinunciare al diritto di vendicarsi. È un comando difficile da seguire, vero? La maggior parte di noi ha una naturale tendenza a volersi “pareggiare i conti”.
Alcuni di voi hanno subito ferite profonde. Una donna venne nel mio ufficio e condivise la sua testimonianza: da bambina, a dodici anni, fu molestata da tre uomini; a quindici, fu abusata da un parente. Eppure, oggi è una credente gioiosa. Una parte importante della sua gioia è arrivata con il tempo, quando ha rinunciato al suo diritto di vendetta, affidando la giustizia nelle mani di Dio. A volte non puoi ottenere la pace con gli altri, ma puoi avere la pace di Dio nel cuore.
Non puoi tornare indietro nel tempo, ma puoi scegliere di andare avanti nel cuore. Devi rinunciare al desiderio di vendetta, dimenticando ciò che è passato e proseguendo verso ciò che è avanti (Filippesi 3:13-14).
Secondo: offri sostegno spirituale agli altri.
Sempre al versetto 19, Paolo scrive:
“Cerchiamo... ciò che è utile alla reciproca edificazione.”
Il termine greco per “edificazione” si riferisce letteralmente alla costruzione di una casa. L’idea è quella di costruire la vita spirituale degli altri credenti, rafforzandoli nella fede affinché crescano in Cristo.
Che strumenti stiamo usando sui capolavori di Dio? Strumenti distruttivi come lo spirito critico e l’impazienza, oppure strumenti costruttivi come l’incoraggiamento e la generosità? Carissimi, o stiamo edificando o stiamo demolendo le vite di coloro che Dio ha messo accanto a noi.
Terzo: tratta le persone con cautela.
Nel versetto 20, Paolo prosegue:
“Non distruggere, per un cibo, l’opera di Dio. Certo, tutte le cose sono pure; però è male quando uno mangia dando occasione di caduta.”
Ancora una volta, parlando di scelte discutibili come il cibo, dobbiamo stare attenti a non smantellare ciò che Dio sta edificando. E specialmente per cose non essenziali, per questioni dibattute.
Non sbandierare la tua libertà; non agitare la tua libertà come un’arma. Potresti finire per far cadere qualche credente più giovane.
Paolo scrive al versetto 21:
“È bene non mangiare carne, né bere vino, né fare cosa alcuna che possa essere d’inciampo a un fratello.”
Potremmo parafrasarlo così: Fai attenzione. I credenti più giovani sono ancora in costruzione. Edificali; non distruggerli con discussioni!
Non essere superficiale o negligente attorno a loro. Sii sensibile e prudente. Sono opere d’arte nelle mani di Dio.
Negli ultimi due versetti del capitolo 14, Paolo approfondisce questo pensiero. Comincia così:
“La fede che hai, abbi per te stesso davanti a Dio” (v. 22).
Sta forse dicendo che non dovremmo mai condividere la nostra fede? Ovviamente no! Ha già scritto:
“La fede viene dall’udire, e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo” (Romani 10:17).
Ricorda il contesto: Paolo si riferisce alle zone grigie—aree dove la Bibbia non si pronuncia con chiarezza. Qui “fede” si riferisce alla tua fiducia nelle scelte che hai fatto. Paolo dice: Tienile per te davanti a Dio. Non andare in giro cercando di correggere tutti coloro che non prendono le stesse decisioni.
In effetti, Paolo sta dicendo: Non imporre le tue convinzioni, preferenze e coscienza sugli altri. A meno che non ti venga chiesto, forse è meglio tenere per te queste opinioni.
Potremmo distinguere tre livelli nel nostro processo decisionale riguardo le zone grigie:
1. Preferenze personali.
Si tratta di gusti, esperienze e sensibilità individuali. La Bibbia non si esprime a riguardo. Col tempo potresti anche cambiare idea. Ma per ora, questa è la decisione più saggia per te o per la tua famiglia.
2. Convinzione personale.
Qui applichi un principio biblico a una situazione, anche se la Scrittura non affronta direttamente quella specifica questione. Tu credi che, in base al peso dell’insegnamento biblico, una determinata scelta sia corretta.
Ricorda però che altri credenti sinceri potrebbero, sulla base dello stesso principio biblico, arrivare a un’applicazione diversa. Non spetta a te convincerli.
Paolo scrive al versetto 22:
“Beato colui che non condanna sé stesso in quello che approva.”
In altre parole: Felice è il credente che ha la coscienza serena riguardo alla sua decisione, perché l’ha approvata con preghiera davanti a Dio.
3. Convizione fondata su un comandamento chiaro.
Qui la Scrittura è esplicita. La Bibbia affronta con chiarezza molte questioni, come:
“Fuggite la fornicazione” (1 Corinzi 6:18). Non c’è bisogno di pregare al riguardo—è chiarissimo!
Un altro comandamento è in Filippesi 4:6: “Siate riconoscenti.” Non sempre è facile applicarlo, ma è chiaro!
Forse ti stai chiedendo: Posso fare qualcosa se la Bibbia non lo condanna esplicitamente?
Ecco la risposta di Paolo in Romani 14:23:
“Ma colui che ha dei dubbi riguardo a ciò che mangia è condannato, perché non lo fa con convinzione; e tutto quello che non viene da fede è peccato.”
In altre parole: Se hai dei dubbi, se la tua coscienza è turbata, non farlo! È un segnale d’allarme: fermati, prega, rifletti.
Se hai dei dubbi, non farlo!
Conclusione:
Dio sta trasformando ogni credente in un capolavoro eterno che rifletta la Sua gloria. Questo dovrebbe portarci a trattarci a vicenda con cura, rispetto e dedizione, ben più di quanto riserviamo ai nostri beni più preziosi ma temporanei.
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