Troppo gentili per essere ignorati
L’11 marzo 1830, una giovane ragazza inglese stava studiando con il suo precettore privato. Esaminando l’albero genealogico nel suo libro di storia, si rese improvvisamente conto di essere la prossima in linea di successione: un giorno sarebbe diventata la regina d’Inghilterra! In un primo momento, la piccola Vittoria scoppiò in lacrime sopraffatta dall’enorme responsabilità e dal privilegio. Poi, tra le lacrime, guardò il suo insegnante e con grande determinazione pronunciò queste parole diventate celebri: “Se dovrò essere regina, allora sarò buona!”
Anche a quell’età, la futura regina comprese il legame tra dove sarebbe seduta un giorno e come avrebbe dovuto comportarsi nel frattempo. L’apostolo Paolo vuole che anche noi comprendiamo questa verità: chi siamo dovrebbe determinare come agiamo. In altre parole, poiché siamo eredi della grazia di Dio, dovremmo iniziare a comportarci con grazia, già da ora.
In Romani 12, Paolo elenca rapidamente dieci modi in cui possiamo manifestare grazia in un mondo privo di grazia.
Il primo è che dobbiamo dimostrare il meglio di noi stessi verso i nostri nemici. Il versetto 14 dice: “Benedite quelli che vi perseguitano; benedite e non maledite.”
Il verbo “benedire” traduce il termine greco eulogeō, da cui deriva la nostra parola “eulogio”. Normalmente, si dice qualcosa di bello sui nemici solo dopo la loro morte. Ma benedire, o elogiare, un nemico vivente è sorprendente agli occhi del mondo. Paolo ci sta sfidando a fare qualcosa di totalmente controcorrente: parlare bene dei nostri nemici.
I due atti successivi sono questi: rallegrarsi con chi gioisce e dimostrare compassione per chi soffre. Paolo scrive al versetto 15: “Rallegratevi con quelli che sono allegri, piangete con quelli che piangono.”
Fratelli, è molto più facile piangere con chi soffre che rallegrarsi con chi gioisce. È facile compatire chi perde il lavoro; è tutta un’altra cosa essere felici quando quella persona annuncia che è diventata il nostro nuovo capo!
Abbiamo bisogno dell’aiuto del Signore per non provare invidia o risentimento quando altri sono benedetti. Questo è un vero banco di prova per uno spirito colmo di grazia.
Ricordiamoci che queste dieci dimostrazioni di grazia non sono suggerimenti: sono comandi biblici. Possono essere difficili, ma poiché sono comandati nella Parola di Dio, significa che possiamo compierli.
La quarta indicazione è questa: desiderare l’armonia nelle nostre relazioni. Paolo la esprime così nel versetto 16:
“Siate concordi gli uni con gli altri. Non abbiate l’animo altezzoso, ma lasciatevi attirare dalle cose umili. Non vi stimate saggi da voi stessi.”
“Essere concordi” richiede umiltà. Non lasciarti affascinare troppo dal tuo riflesso allo specchio o dai tuoi traguardi.
Il quinto comando è: determinati a non rispondere al male con il male. Paolo scrive al versetto 17: “Non rendete a nessuno male per male.” Le persone colme di grazia non cercano vendetta; non vivono per “pareggiare i conti”. Cercare occasioni per “ridare pan per focaccia” ostacolerà la tua crescita nella grazia.
Sesto: sviluppa uno stile di vita puro. Paolo continua: “Impegnatevi a fare ciò che è bene davanti a tutti gli uomini.” La parola greca per “impegnatevi” comunica l’idea di pensare prima di agire.
Vivendo in una cultura moralmente corrotta, i cristiani devono riflettere seriamente. Dobbiamo chiederci ogni giorno: “Che cosa è onorevole e giusto secondo la Parola di Dio?” Paolo non intende dire che dobbiamo fare ciò che piace a tutti, ma fare ciò che è giusto, sapendo che molti ci stanno osservando.
Settimo principio: mostra un desiderio di pace. Versetto 18: “Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.”
Amo il realismo di Paolo. Scrive: “Se è possibile.” Perché? Perché a volte non lo è. Quasi ogni volta che insegno la Bibbia, mi faccio nuovi nemici. Poi dice: “Per quanto dipende da voi.” Perché? Perché non tutto dipende da noi! Non puoi controllare quel vicino irascibile, quel parente testardo, quel collega ostile. Ma puoi fare tutto ciò che è in tuo potere per promuovere la pace.
Ottavo principio: non dimenticare questa profezia futura. Paolo cita Deuteronomio 32:35:
“Miei cari, non fate le vostre vendette, ma cedete il passo all’ira di Dio, perché sta scritto: ‘A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore.’” (v. 19)
Il termine “retribuzione” qui indica un ripagare personale e accurato. Dio giudicherà personalmente il mondo; la Sua vendetta non è una vendetta capricciosa, ma un verdetto giusto. Questa certezza del giudizio finale dovrebbe spingerci a compatire chi ancora non crede.
Nono principio: dimostra atti concreti di pietà. Paolo cita Proverbi 25:21-22:
“‘Se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché facendo così tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo.’”
A prima vista, “radunare carboni accesi sul suo capo” non sembra molto gentile. Ma in quei giorni, se il fuoco si spegneva, si poteva andare da un vicino e chiedere dei carboni accesi. Il vicino li metteva in un contenitore, e l’uomo lo portava sulla testa, come d’uso, fino a casa. Paolo sta dicendo: “Sii quel tipo di vicino colmo di grazia.” E chissà come Dio userà quel gesto.
Decimo e ultimo principio: dipendi ogni giorno dalla potenza di Dio. Versetto 21: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.”
Lo scrittore cinese Watchman Nee raccontò la storia vera di un cristiano che possedeva una risaia accanto a quella di un ateo. L’ateo lo disprezzava e, ogni giorno, quando il cristiano pompava acqua nel suo campo, l’ateo rimuoveva le tavole che separavano le due risaie e lasciava che l’acqua defluisse nel proprio terreno.
Il cristiano era combattuto. Pregò: “Signore, rischio di perdere tutto. Ho una famiglia da sfamare. Cosa devo fare?” Il Signore lo spinse ad applicare proprio questo brano. Il giorno seguente si alzò prima del solito, tolse le tavole da entrambi i campi, e riempì prima quello dell’ateo, poi il suo. Lo fece per settimane. Entrambi i campi produssero abbondantemente. E l’ateo, colpito da quella grazia inaspettata, si convertì a Cristo.
Non sarebbe meraviglioso se i cristiani fossero così colmi di grazia da non poter essere ignorati?
Conclusione
Essere colmi di grazia verso gli altri non è facile. Richiede uno spirito umile e altruista che desideri il bene altrui. Ma con la grazia di Dio come nostro modello, siamo pienamente equipaggiati per vivere vite segnate dalla grazia e vincere il male con il bene. Paolo ci offre qui principi pratici per una vita centrata sulla grazia.
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