Gesù mi ama, lo so
Probabilmente conosci il testo di questo coro per bambini:
Gesù mi ama, lo so,
perché la Bibbia dice così.
I piccoli appartengono a Lui;
sono deboli ma Lui è forte.
Sì, Gesù mi ama!
Sì, Gesù mi ama!
Sì, Gesù mi ama!
La Bibbia dice così.
Carissimo, non c’è nulla di più rassicurante, più potente, più confortante di questo semplice promemoria dell’amore infallibile di Dio attraverso Gesù Cristo.
Alcuni anni fa ho letto di un episodio realmente accaduto durante la guerra che coinvolge proprio questo piccolo coro. Un giovane coreano-americano si arruolò come cappellano durante la guerra di Corea. Poiché conosceva la lingua coreana, venne assegnato a un campo di prigionia che ospitava soldati nordcoreani. Non sapeva da dove cominciare: questi uomini erano stati cresciuti come atei nel loro paese comunista.
Il Signore lo spinse a fare qualcosa di piuttosto insolito. Quando arrivò, entrò nella prima area del campo e parlò ai prigionieri nella loro lingua. Subito si radunarono attorno a lui per ascoltare. Il cappellano iniziò semplicemente insegnando loro a cantare quel piccolo coro: “Gesù mi ama.” Poi spiegava il significato delle parole. Passò da una sezione all’altra del campo, ripetendo lo stesso metodo.
Nel giro di pochi mesi, migliaia di soldati misero la loro fede in Gesù Cristo. Dopo la guerra furono rilasciati e rimandati nel loro paese. Sarà interessante un giorno vedere in cielo il raccolto spirituale che è nato dalla testimonianza di questi soldati nordcoreani.
Questa piccola canzone riassume la verità che leggiamo nei versetti finali del capitolo 8 di Romani. È come se Paolo anticipasse una domanda del tipo: “Non ci sono forse delle cose che potrebbero separarci dall’amore di Dio? Cose che indicano che Gesù in fondo non ci ama poi così tanto?”
E Paolo inizia a elencare alcune di queste cose nel versetto 35: “tribolazione, angoscia, persecuzione, fame, nudità, pericolo o spada.” Cosa dobbiamo pensare di tutto questo? Ebbene, i credenti affronteranno difficoltà e sofferenze. Penso a quei soldati nordcoreani tornati in una nazione in cui essere cristiani significava condanna a morte.
Paolo afferma persino: “Per amor tuo siamo messi a morte tutto il giorno; siamo considerati come pecore da macello” (v. 36). Il martirio non dimostra forse che Dio non ci ama?
Questo versetto è una citazione del Salmo 44:22, una descrizione profetica della persecuzione che subisce il popolo di Dio in ogni generazione.
Paolo prevede la persecuzione imminente per la chiesa. I cristiani saranno crocifissi, decapitati, bruciati vivi, affogati; alcuni saranno ricoperti di pece e dati alle fiamme per illuminare i banchetti dell’imperatore Nerone.
Verrebbe da pensare che Cristo non ami davvero la Sua chiesa! Ma Paolo risponde invitandoci ad alzare lo sguardo sull’eternità. Dobbiamo osservare il conflitto da una prospettiva più ampia.
Scrive infatti: “Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori in virtù di colui che ci ha amati” (v. 37). Più che vincitori.
Il termine greco è hupernikaō; è una parola composta da nikē (vittoria) e huper (sopra, oltre). Noi usiamo spesso la parola “iper”—specialmente parlando dei nostri figli! La traduzione latina rende il concetto con “super-vittoriosi.” I cristiani non sono solo vincitori; sono super-vincitori, iper-vittoriosi.
Questa parola compare solo qui nella Bibbia. Paolo ci sta dicendo che, qualunque cosa accada sulla terra, noi siamo più che vincitori, perché non saremo mai separati dall’amore di Cristo.
Nei versetti 38 e 39 Paolo aggiunge dieci ulteriori elementi. Prima di tutto, scrive che nemmeno la morte può separarci dall’amore di Dio. Per il cristiano, la morte è semplicemente la mano che apre la porta del cielo.
Poi aggiunge che “né morte né vita” possono separarci dall’amore di Cristo. Lasciatemelo dire: se la morte può fare paura, la vita può essere pericolosa! Ma Gesù ha detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:20). Questo significa che non affrontiamo mai da soli i pericoli della vita. Gesù è sempre con noi.
Successivamente, Paolo scrive che nemmeno gli angeli possono separarci da Cristo. Il mondo in cui viveva Paolo era intriso di superstizione riguardo agli angeli. I rabbini insegnavano che ogni elemento del mondo fisico, persino un filo d’erba, aveva associato un angelo. Dicevano che gli angeli fossero anche un po’ gelosi degli esseri umani, perché Dio aveva ordinato loro di servirli.
Ma Paolo rassicura i credenti: gli angeli non hanno alcun potere indipendente. Nessun angelo può interferire con l’amore di Dio.
Poi cita i “principati” (archē), termine che spesso usa per riferirsi al mondo demoniaco. Neppure il diavolo e i suoi demoni possono separare il credente dall’amore di Cristo.
Continua aggiungendo: “né le cose presenti, né le cose future.” Nulla nel tuo presente, né nel tuo futuro, potrà cancellare la tua sicurezza come figlio di Dio. Nemmeno qualche forma futura di intelligenza artificiale potrà governare il mondo al punto da minacciare l’amore di Cristo. Egli regna su ogni cosa.
Alla fine del versetto 38 Paolo dice anche “né potenze.” Il termine dunamis è lo stesso usato in Atti 8:10 per descrivere Simone il Mago, noto per i suoi poteri occulti. Paolo afferma che nemmeno chi è influenzato da poteri demoniaci può maledirti o legarti al punto da impedirti di seguire la guida di Cristo.
Nel versetto 39 troviamo: “né altezza né profondità.” Si tratta di termini astrologici riferiti allo zenit e al punto più basso delle stelle. Il mondo antico credeva che le stelle avessero potere sul destino umano. Milioni di persone oggi credono la stessa cosa. Conoscono il segno zodiacale della loro nascita e leggono l’oroscopo ogni giorno per prendere decisioni.
Ma Paolo afferma chiaramente: “Non è vero. Le stelle non possono ferirti. Non hanno potere su di te. Non possono determinare il tuo destino. Le stelle non possono nulla contro il Salvatore.”
E infine Paolo scrive: “né alcun’altra creatura.” Nel caso avesse dimenticato qualcosa, aggiunge questa frase per includere ogni cosa nel creato.
Carissimo, tu sei eternamente al sicuro perché Dio Figlio, che ha creato ogni cosa, è venuto a morire sulla croce per tutto ciò che ti riguarda. E poiché sapeva ogni cosa di te e del mondo in cui vivi, niente potrà mai sorprenderlo. Nulla potrà mai separarti dall’amore di Cristo.
Allora cantiamolo oggi:
Gesù mi ama, lo so,
perché la Bibbia dice così.
I piccoli appartengono a Lui;
sono deboli ma Lui è forte.
Sì, Gesù mi ama!
Sì, Gesù mi ama!
Sì, Gesù mi ama!
La Bibbia dice così.
Conclusione:
Noi che siamo salvati per grazia sappiamo che l’amore di Dio per noi è costante; non viene mai meno. Il suo amore non ci abbandona, neppure nella sofferenza o nella morte. È un amore stabilito e garantito dall’opera di Gesù Cristo, e ci dona l’assicurazione che apparteniamo a Lui e lo saremo per sempre.
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