Dare un senso alle circostanze

by Stephen Davey Scripture Reference: Romans 8:28

Nel suo libro Mystery on the Desert, Maria Reich descrive una serie di strane colline e valli realizzate dagli indigeni del Perù secoli fa. Le colline si estendevano per centinaia di metri e poi si interrompevano bruscamente o giravano improvvisamente a destra o a sinistra. Non sembrava esserci alcun tipo di schema. Per secoli, queste colline furono ritenute antichi resti di un sistema di irrigazione o di confini territoriali.

Diversi anni dopo l’invenzione dell’aeroplano, il mistero fu risolto nel 1939. Sorvolando l’area da grande altezza, le colline e valli apparentemente casuali, con le loro linee rette e curve improvvise, si rivelarono enormi disegni raffiguranti uccelli e altri animali. Immaginate di creare un’opera d’arte che non si possa apprezzare pienamente da terra.

Mentre navighiamo di nuovo in Romani 8:28, l’apostolo Paolo sta dicendo in effetti la stessa cosa. Le colline e le valli, le linee rette e le svolte improvvise sono opere d’arte che non si possono apprezzare dalla prospettiva terrestre. Serve un’altitudine più elevata per vedere il disegno nel suo insieme.

Romani 8:28 offre proprio quella prospettiva, portandoci in alto grazie alla saggezza divina. Paolo scrive nel versetto 28 (cito dalla Nuova Diodati):

“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.”

Nel nostro studio precedente di questo versetto, abbiamo visto tre cose che non significa. Ora siamo pronti a scoprire cosa significa davvero. Vorrei evidenziare sei aspetti distinti riguardanti lo scopo di Dio nella vita dei suoi figli.

Primo, Paolo ci offre la certezza dello scopo di Dio. Comincia scrivendo: “Or sappiamo.” Non si tratta di un’ipotesi: lo sappiamo con certezza.

Nel Nuovo Testamento ci sono due parole principali in greco per “sapere”. Una (ginōskō) si riferisce a una conoscenza acquisita tramite l’esperienza personale. Non c’è nulla di sbagliato in questo.

Ma la parola usata qui (oida) indica la conoscenza acquisita tramite una verità dichiarata. In altre parole, si sa che qualcosa è vero perché è stato affermato come fatto, indipendentemente dall’esperienza personale.

Lasciate che ve lo illustri: 2 + 2 = 4. Il vostro insegnante ve lo ha insegnato, e voi lo avete imparato come proposizione. Non avete fatto esperienza diretta del fatto che 2 + 2 fa 4; avete semplicemente appreso una verità.

Ecco cosa sta facendo Paolo per elevare la nostra prospettiva: sta dicendo, “Sappiamo che Dio è in controllo perché Lui lo ha detto.” È un fatto. La nostra certezza che Dio stia operando nella nostra vita non dipende da ciò che sentiamo o vediamo. E non è una benedizione che Paolo non abbia scritto: “Poiché sentiamo”?

C’è una grande differenza tra sentire e sapere. La verità è che potremmo sentire l’esatto opposto di ciò che Dio sta facendo! Potremmo non sentire che Dio è in controllo. Potremmo non sentire che Dio ci ama. Potremmo sentirci abbandonati. Fratelli, come esseri umani decaduti, dobbiamo riconoscere che anche i nostri sentimenti sono decaduti!

Paolo scrive: “Sappiamo!” La nostra certezza si basa sul fatto che Dio lo ha detto.

Secondo, questo versetto rivela chi è il controllore dello scopo di Dio. Paolo scrive: “Or sappiamo che Dio fa cooperare…” Fermiamoci qui. Non solo crediamo, ma crediamo che sia Dio a operare dietro ciò in cui crediamo. Dio è la causa e il controllore del Suo scopo divino. E questa è una notizia meravigliosa, perché se lo scopo di Dio dipendesse da noi, nel giro di ventiquattro ore creeremmo il caos nell’universo.

Se il compimento dello scopo di Dio dipendesse dalla nostra intelligenza, dalla nostra diligenza o dalla nostra forza, la realizzazione del piano di Dio assomiglierebbe molto alla nostra lista di buoni propositi per il nuovo anno dopo il primo mese. La nostra fiducia nello scopo di Dio è direttamente collegata a chi lo causa: Dio stesso.

Terzo, Paolo rivela l’estensione dello scopo di Dio. Scrive: “Dio fa cooperare tutte le cose…” Sapete cosa significa la parola “tutte” in greco? Ho fatto una ricerca approfondita e ho scoperto qualcosa di sorprendente: “tutte” significa proprio “tutte”! Potremmo tradurlo così: “Dio fa sì che ogni cosa compia il Suo scopo.”

Anche quando sembra che Dio non stia facendo nulla, in realtà sta facendo tutto. Il nostro limite è che siamo legati alla terra. Non possiamo vedere la nostra vita dall’altezza del cielo, ma possiamo credere che Dio sta operando comunque, in tutte le cose. Tutte significa tutte.

Quarto, vediamo la continuità dello scopo di Dio. Paolo scrive: “Dio fa cooperare tutte le cose…” Il termine greco è sunergeō, da cui deriva la parola italiana “sinergia”.

Ogni evento della vita influisce su altri eventi della vita. Un singolo evento potrebbe non sembrare positivo. Ma più avanti, ci accorgiamo che proprio quell’evento ha messo in moto un altro, che ha prodotto infine un risultato buono.

Quinto, questo versetto rivela il contesto dello scopo di Dio: “tutte le cose cooperano al bene.”

Paolo non sta dicendo che tutte le cose sono buone. Sta dicendo che tutte le cose cooperano per il bene. Si riferisce anche a cose malvagie e peccaminose? Accuse false, ingiustizia, relazioni spezzate, crudeltà, tradimenti, sofferenze, odio, abbandono…?

Tutto quello che ho appena elencato è stato vissuto da Cristo nelle ultime ore della sua vita terrena. Tutto faceva parte del piano di Dio per la tua salvezza e per la Sua gloria. È ciò che oggi chiamiamo il piano della salvezza.

Oggi Dio sta tessendo ogni evento della tua vita insieme per il tuo bene. Perché? Perché, come ci dirà il versetto 29, il Suo scopo è farci diventare simili a Gesù Cristo.

Sesto e ultimo, troviamo la condizione per sperimentare la gloria dello scopo di Dio. Paolo scrive: “per quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento.”

Significa forse che se non amo Dio costantemente e non lo seguo con fedeltà, perdo il Suo operato nella mia vita? Assolutamente no!

Qualcuno ha detto che “quelli che amano Dio” è scritto dalla prospettiva umana, mentre “chiamati secondo il suo proponimento” è scritto dalla prospettiva divina. In altre parole, la condizione per essere destinatari dello scopo divino di Dio è essere Suoi figli. E la condizione per godere appieno del Suo scopo è camminare in comunione amorosa con Lui.

Solo chi ama il Figlio di Dio può apprezzare pienamente l’opera di Dio, che ci conduce infine in cielo. Paolo scrive agli Efesini: “Siamo opera sua” (Efesini 2:10). La parola è poiēma, da cui deriva il termine “poesia”. Siamo letteralmente un’opera d’arte di Dio, e gli eventi della vita sono intrecciati nel disegno del Suo capolavoro per noi!

Anche quell’appuntamento mancato, quell’introduzione, quel professore difficile, quella tragedia, quell’incidente, quel vicino, quel programma, quella visita in ospedale—sono le colline e le valli dell’arte divina!

Potremmo non vederlo ora. Potrebbe non sembrare per nulla un disegno artistico. Le colline e valli della vita, con tutte le loro curve e svolte, spesso non hanno senso quaggiù, ma un giorno tutto sarà chiaro! Un giorno riusciremo a dare un senso a tutte le circostanze della nostra vita. Questa è la promessa di Romani 8:28.


Conclusione:
Attraverso tutte le prove della vita e tutti gli eventi confusi che sembrano privi di senso, possiamo aggrapparci alla promessa di Dio. Egli è in controllo, Egli è all’opera, ed Egli sta orchestrando ogni cosa per il nostro bene e per la Sua gloria. Questa è la meravigliosa promessa svelata in Romani 8:28.

 

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