Essere in pace con Dio

by Stephen Davey Scripture Reference: Romans 4:9–12

Ho notato altrove che, nel corso della vita, una persona finisce per passare in totale circa cinque anni della propria esistenza aspettando in fila—nel traffico, al ristorante, al telefono—cinque anni in attesa di qualcosa. Ma se quella stessa persona non perdesse mai un culto domenicale per tutta la vita, dopo settant’anni avrebbe passato solo cinque mesi e mezzo in chiesa.

Cinque anni in fila e solo cinque mesi in chiesa. Pensate che Dio ne sia impressionato? Ho conosciuto molte persone convinte di essere in pace con Dio semplicemente perché vanno in chiesa. Solo pochi mesi su tutta la loro vita!

Allora, come si fa davvero a essere in pace con Dio? Andando più spesso in chiesa? Ricevendo il battesimo o la cresima? Magari facendo del bene agli altri?

La verità è che passerai più tempo a dormire di quanto ne passerai mai facendo buone opere. Quindi la domanda rimane: come si fa a essere in pace con Dio?

In Romani 4, Paolo ci ha presentato due uomini che la nazione d’Israele avrebbe certamente considerato in pace con Dio: il patriarca Abramo e il re Davide. Erano due tra i personaggi più importanti della storia d’Israele.

Ma Paolo ha sottolineato che l’Antico Testamento rivela che anche Abramo e Davide erano uomini peccatori. Menzogne, adulterio, poligamia, omicidio—anche loro non meritavano il cielo. Tuttavia, Paolo ha dimostrato che furono resi giusti davanti a Dio—giustificati—per mezzo della sola fede.

A questo punto, Paolo anticipa un’obiezione del suo pubblico: “Va bene, Paolo, ci hai mostrato che questi due uomini peccarono contro Dio, ma non dimenticare che erano circoncisi; portavano il segno fisico del patto. Dio li ha certamente benedetti con la salvezza per questo.”

Ed ecco cosa scrive Paolo nei versetti 9-10:

“Questa beatitudine è soltanto per i circoncisi o anche per gli incirconcisi? Infatti diciamo che ad Abramo la fede fu accreditata come giustizia. In che modo dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o incirconciso? Non quando era circonciso, ma quando era incirconciso.”

Quello che Paolo fa qui è ricordare ai suoi lettori ebrei la cronologia storica. Abramo fu circonciso quando suo figlio Ismaele aveva tredici anni; Abramo aveva novantanove anni. Questo è riportato in Genesi 17.

Ma se torniamo indietro a Genesi 15, almeno quattordici anni prima, leggiamo al versetto 6: “Abramo credette al Signore, che gli contò questo come giustizia.”

In altre parole, Dio giustificò Abramo per fede. Quindi, facendo i conti, Abramo fu dichiarato giusto davanti a Dio circa quattordici anni prima di essere circonciso.

Ecco l’argomentazione di Paolo in Romani 4:11:

“[Abramo] ricevette il segno della circoncisione come sigillo della giustizia ottenuta per la fede che aveva quando ancora non era circonciso.”

Carissimi, questa era una notizia sconvolgente: Abramo era in pace con Dio anni prima di essere circonciso. La circoncisione era il segno fisico del patto che Dio aveva stabilito con Abramo e i suoi discendenti, e Abramo ricevette quel segno molto dopo essere stato dichiarato giusto davanti a Dio.

Ecco cosa stava succedendo: al tempo in cui Paolo scrive, il popolo ebraico aveva dimenticato il significato del segno e si era innamorato del segno stesso. I rabbini insegnavano che la circoncisione salvava una persona dal giudizio di Dio. Un commentario ebraico chiamato Midrash registra queste parole: “Dio ha giurato ad Abramo che nessuno dei suoi discendenti circoncisi sarebbe mai stato mandato all’inferno.”

Ricorderete forse la confusione che questo argomento causò nella chiesa primitiva a Gerusalemme. Nel nostro viaggio della saggezza attraverso il libro degli Atti, al capitolo 15, abbiamo assistito al dibattito se i nuovi credenti gentili dovessero essere circoncisi. Fu convocato un concilio, e si prese la giusta decisione: i gentili potevano entrare pienamente a far parte della chiesa senza essere circoncisi.

Allora, se la giustizia non si otteneva tramite la circoncisione, qual era il suo scopo? Perché Dio l’ha richiesta ad Abramo e ai suoi discendenti nell’economia dell’Antico Testamento?

Paolo risponde nella prima parte del versetto 11: “[Abramo] ricevette il segno della circoncisione come sigillo della giustizia ottenuta per la fede.” Notate queste due parole: segno e sigillo.

Un segno indica qualcosa di più importante del segno stesso! Se hai viaggiato tutto il giorno per tornare a casa e sei stanco e affamato, sarai felice di vedere un cartello stradale che ti dice che la tua città natale è a venti chilometri. Ma non ti fermerai ad abbracciare quel cartello! Quello è solo un segno che indica che casa è vicina.

Il popolo ebraico aveva dimenticato che quel segno della circoncisione indicava il fatto che Dio aveva scelto di stabilire il Suo patto con loro. Era il segno del patto, un promemoria che la terra promessa era vicina.

Un altro esempio: la mia fede nuziale è un segno che sono sposato! Appartengo a qualcun altro. Ma non sono innamorato della mia fede; non le parlo. Se lo facessi, chiamate aiuto! E se perdessi la fede, non significherebbe che non sono più sposato. Allo stesso modo, la circoncisione era un segno che Abramo apparteneva a Dio; ma oggi una persona può appartenere a Dio con o senza la circoncisione.

La domanda di Paolo nei versetti 9-12 è dunque questa: la circoncisione ha salvato Abramo? E la risposta è assolutamente no!

Paolo definisce anche la circoncisione come un sigillo. Un sigillo, premuto sull’argilla o sulla cera, autentica un documento. Il sigillo sul tuo passaporto oggi è una dichiarazione della tua cittadinanza.

La circoncisione era un sigillo fisico che dichiarava che il popolo ebraico era cittadino della nazione d’Israele. Ma non garantiva una relazione spirituale con Dio. Quella si riceve solo per fede.

A proposito, anche noi oggi, come seguaci di Cristo nel tempo del Nuovo Testamento, abbiamo ricevuto un sigillo spirituale della nostra fede. Paolo scrive in Efesini 1:13: “Avete creduto in lui e siete stati sigillati con lo Spirito Santo che era stato promesso.”

Ecco quindi il punto sorprendente che Paolo fa in Romani 4:11-12: Abramo era già in pace con Dio molto prima di essere circonciso. Ora Abramo è il rappresentante—il padre spirituale, per così dire—“di tutti quelli che credono”, di tutti quelli che “seguono le orme della fede che Abramo ebbe quand’era ancora incirconciso.”

Nessuno è in pace con Dio grazie alla circoncisione o a qualunque altro rito religioso. È solo per fede.

Pensate alla fede che Abramo ebbe nella parola di Dio. Non vide mai in vita sua l’adempimento completo della promessa di Dio. Abramo non possedette mai alcun territorio nella terra che oggi chiamiamo Israele, se non il piccolo campo con la grotta dove seppellì Sara, sua moglie.

Eppure, Abramo credette nel Messia, Gesù, senza mai vederlo di persona. Non sappiamo quanto Dio gli rivelò su Cristo, ma Paolo scrive in Galati 3:8:

“Dio, prevedendo che avrebbe giustificato i Gentili per fede, annunciò in anticipo ad Abramo questa buona notizia: ‘In te saranno benedette tutte le nazioni.’”

E in effetti, poiché il Messia discese da Abramo, Gesù è davvero la più grande benedizione per il mondo intero.

Oggi tutti coloro che credono in Cristo sono figli e figlie spirituali di Abramo—non per un marchio fisico, ma per la vita spirituale che lo Spirito Santo ha creato in noi, e che ci ha sigillati fino al giorno della redenzione finale.


Conclusione:
Alcune osservanze religiose sono importanti come espressione della fede. Tuttavia, dobbiamo sempre vigilare contro il pericolo sottile che rituali, segni e simboli prendano gradualmente il posto della nostra relazione personale con il Signore attraverso la fede.

 

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